Al via il Mercatino degli Angeli 2023

Al via il Mercatino degli Angeli 2023

di Beppe Anderi

 

Sordevolo, Il Mercatino degli Angeli, ventunesima edizione. Domenica 12 novembre. Primo giorno. Pioggerellina e freddo pressoché invernali. Lo si capisce dal fumo che esce a ogni respiro. Non a caso, sulle montagne, anche a bassa quota, appare la prima neve. Gli scenografi hanno lavorato come si deve per creare la giusta atmosfera natalizia.

L’Associazione Teatro Popolare di Sordevolo è al lavoro da settimane. La macchina dei volontari è più che avviata, tra parcheggiatori, bigliettai, baristi, custodi e guide. Nell’area dell’anfiteatro si aprono le classiche casette di legno con gli espositori tradizionali e alcune novità. Verso il Pratovalle tra i gazebi bianchi, appena saliti dall’area parcheggio, è possibile acquistare prodotti tipici del territorio, dalla sciarpa alla grappa, nella casetta della Bottega di Sordevolo, gestita dalla Pro-loco.

Gironzoliamo tra le casette, facendoci indicare i fedelissimi del mercatino. Sono tre, ci dicono, quelli presenti dal 2002 a tutte le ventuno edizioni. Il primo è Livio Mondin con le sue baite in miniatura, costruzioni in pietra e legno che ci restituiscono l’anima delle nostre alture, il nostro paradiso a pochi metri dal cielo. Ne espone oltre una ventina, capolavori di architettura e pazienza. Poco più avanti incontriamo Daniela Fava Piz, con i suoi piccoli cuscini, sacchetti, cuori e angioletti imbottiti e ricamati a punto croce con fiori, montagne, slitte e renne natalizie. Un’idea regalo delicata. Poi la casetta di Mario De Luca, di poche parole, ma di caldissime proposte: le mufle di Sordevolo, le antiche pantofole in panno, realizzate in pura lana. Ognuna è un pezzo unico, a tinta unita o variegata. Rigorosamente fatte a mano.

Con la scusa del freddo ci beviamo un goccio di Amaro Baribal, una corposa novità del microliquorificio La Culma di Cossato, che propone una vasta scelta di liquori a infusione.

Ci trasferiamo verso il paese, in Biblioteca, dov’è allestita una delle mostre d’arte che completano l’offerta degli organizzatori. Bellissima sorpresa. Troviamo ad attenderci Bruno e Stefania Nicolo, padre e figlia, e si vede, artisti del legno. Bruno, boomer in ottima forma, ha appreso l’arte nella segheria di famiglia, a Verdobbio. Stefania, giovane e luminosa, è passata attraverso il liceo artistico e l’accademia. Partenze diverse per esiti ugualmente eccellenti. Bruno, che ha un laboratorio a Pollone e un’esposizione permanente nella baita di famiglia lungo il sentiero che porta alla Trappa, parla attraverso le sue opere, sintesi di figure umane, uscite da una sorta di metamorfosi. Viene voglia di accarezzarle. L’arte diventa design con le sue originalissime lampade, sezioni di lamelle ovoidali spezzate dalla luce. È legno che diventa spirito.

Stefania, che si è trasferita in Val Gardena ma torna a casa quando è possibile, s’ispira invece al mondo delle fiabe e della fantasia. Crea le sue margarine, bambole lignee che sembrano uscire da un racconto scandinavo. Solari e colorate. Ci commuove il suo lavoro intitolato Amore infinito, realizzato al tempo dell’Incoronazione della Madonna di Oropa. Un piccolo essere umano di fronte all’abbraccio della divinità, che ci comprende in senso fisico e interiore. Ora l’opera è diventata anche un ciondolo, prezioso, da custodire.

Bruno ci tiene a ricordare i suoi corsi di intaglio e scultura su legno, frequentati da una vastissima umanità, e mostra con orgoglio un lavoro a due mani, padre e figlia, sulle celebri Muse inquietanti di De Chirico. Questi due ci sanno fare davvero.
Sembra incredibile, ma il pomeriggio regala al mercatino anche qualche raggio di sole. Una buona partenza.

 











Condividi sui Social!